Con l’approvazione della legge di Bilancio 2024 vengono introdotti anche nuovi bonus in favore delle famiglie, per quanto il pacchetto agevolazioni sembra essere meno ricco di quanto invece era stato riportato dalle anticipazioni della manovra.

Nel dettaglio, viene stanziato 1 miliardo di euro in favore di una serie di misure che hanno come obiettivo il sostegno alla natalità. Tra queste, tuttavia, non figura il potenziamento dell’Assegno unico universale, per il quale vengono semplicemente confermate le novità introdotte lo scorso anno (ma va detto che l’importo è comunque destinato ad aumentare per effetto della rivalutazione).

Dagli asili nido “gratis” alla conferma della Carta acquisti dedicata a te, fino alla possibilità che le mamme con due o più figli possano godere di un aumento in busta paga.

 Sono tre le ipotesi di aiuto alle famiglie  che stanno prendendo forma: 

  1. il potenziamento dell’assegno unico  per i nuclei con almeno tre figli, con conferma anche per i figli oltre i 21 anni 
  2. reintroduzione della detrazione per i nuclei familiari , in forma progressiva sulla base del numero di figli 
  3. sperimentazione del quoziente familiare (ipotesi residuale per gli alti costi previsti)

ASSEGNO UNICO

In primo luogo si valuta un incremento dell’assegno unico familiare per tutte le famiglie che hanno il secondo o il terzo figlio. Complessivamente il governo è disposto a investire fino a 3 miliardi di euro, potenziando l’Assegno da 8,5 a 9,5 miliardi di euro annui, riportano fonti di Governo al “Giornale”: nella Manovra dello scorso anno veniva riconosciuta una quota extra dal quarto figlio in poi, nel 2024, invece, i benefici scatterebbero dal terzo figlio. Per i bonus invece – che attualmente riguardano le famiglie col terzo figlio – potrebbero scattare già dal secondo. «Abbiamo deciso di affrontare il tema della crisi della famiglia in tutti i suoi aspetti in primis il calo demografico. Abbiamo solo il 30 per cento di famiglie con figli, un altro 30 per cento è di famiglie monoparentali, con una serie di bisogni sui quali lo Stato dovrà far fronte e un 30% di famiglie senza figli», ha commentato la Ministra della Famiglia Roccella confermando la centralità del tema sui figli in Manovra.

L’assegno unico universale per le  famiglie con figli  in vigore da marzo 2022 è stato potenziato con la legge di bilancio 2023. Le coperture finanziarie  passano infatti:

  • da 345,2 milioni a 409,2 mln di euro per il 2023,
  • da 457,9 milioni a 525,7 mln di euro per il 2024, 
  • da 473 milioni a 542,5 per il 2025.

Le novità dell'assegno Unico 2023 ​

  • l’aumento del 50% della maggiorazione forfettaria, per i nuclei con almeno 4 figli, che sale a 150 euro mensili a nucleo;
  • l’aumento del 50% dell’assegno per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli a  carico, limitatamente ai figli di età compresa tra uno e tre anni per i quali l’importo  spettante per ogni figlio aumenta del 50%, per livelli di ISEE fino a 40.000 euro;
  • l’aumento del 50% dell’assegno, da applicare agli importi spettanti secondo le fasce Isee di riferimento, per i nuclei familiari con figli di età inferiore a 1 anno.

Sono confermati e diventano stabili gli aumenti  riconosciuti nel corso del 2022 per i figli disabili maggiorenni.

Dal 2023   non è necessario fare domanda ogni anno  per l’assegno unico a meno che non ci siano variazioni dei requisiti  della famiglia ovvero : 

  • maggior numero di figli, 
  • raggiungimento dell’età che li esclude dall’accesso (22 anni)
  • modifica dell’Isee cioè  variazioni di reddito o del patrimonio del nucleo familiare 

Le istruzioni   sulle domande sono state pubblicate dall’INPS nella circolare 132 del 15 dicembre 2022. 

L’istituto ricorda che è necessario  comunque presentare la DSU per ottenere un ISEE aggiornato  altrimenti da marzo 2023 viene garantito solo l’importo minimo previsto per gli ISEE da 40mila euro in su.

Con la circolare 9 febbraio 2022, n. 23  sono state fornite indicazioni  aggiornate sull’applicazione dell’Assegno unico e universale per i figli a carico  2023 . In particolare è stato precisato che  l’Istituto avrebbe operato un conguaglio alla fine dell’anno di riferimento dell’AUU che, decorre dal mese di marzo di ciascun anno fino al mese di febbraio dell’anno successivo.

L’istituto ha avviato  la rielaborazione di tutte le competenze mensili a partire dalla mensilità di marzo 2022, attraverso il ricalcolo degli importi effettivamente dovuti e il calcolo delle differenze, sia in positivo che in negativo, con gli importi già liquidati nel corso del 2022. Tali calcoli tengono conto anche delle mensilità già erogate nei primi mesi del 2023.  La rielaborazione ha determinato alcune compensazioni, sia a credito che a debito del richiedente.

FRINGE BENEFITS​

Fringe benefits con soglia 3000 euro: i chiarimenti della Circolare n 23 del 1.08

La circolare precisa che l’agevolazione si applica in misura intera a ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e/o assimilato, anche in presenza di un solo figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi. 

Nel dettaglio la Circolare fornisce i chiarimenti per i datori di lavoro sulla nuova disciplina dei fringe benefit aziendali, a seguito delle novità introdotte dal “Decreto lavoro” che ha innalzato per il 2023 fino a 3mila euro (al posto degli ordinari 258,23 euro) il limite entro il quale è possibile riconoscere ad alcuni  dipendenti beni e servizi esenti da imposte.

Fringe benefit strutturale con modifiche per il 2024: il tetto viene portato a 2mila euro per i lavoratori con figli e a mille euro per tutti gli altri (si potranno utilizzare anche per pagamento di affitto e mutuo prima casa).

L’idea del MEF è quella di porre una certa “finanza creativa” per quanto riguarda l’operazione “fringe benefit” atta a sostenere i redditi delle famiglie: si valutano da 256 euro fino a 3mila euro per i lavoratori con figli. Occorre coinvolgere le aziende private – scrive oggi “La Verità” – sfruttando i margini per interventi “creativi” avallati dall’Europa per sostenere i numeri traballanti della natalità in Italia. In sostanza, alle aziende che incassano contributi verrà chiesto di riconoscere il benefit da 3mila euro massimo per i genitori che hanno almeno due figli. Se padri e madri lavorano entrambi – proprio nell’ottica di favorire non solo la natalità ma anche il lavoro femminile – «potranno entrambi ottenere dal proprio datore di lavoro privato il bonus per coprire i costi delle bollette elettriche, l’iscrizione ai corsi di studio, voucher per la spesa, retta dell’asilo»

A CHI SPETTA L’AGEVOLAZIONE​

Solo per il 2023  in  deroga a quanto previsto dall’articolo 51, comma 3, prima parte  del  terzo  periodo,  del TUIR non concorrono  a formare il reddito, entro il limite complessivo di euro  3.000:

  • il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli, compresi:
    • i  figli nati fuori del matrimonio  riconosciuti,
    • i figli adottivi o  affidati,  
    • a carico del lavoratore (che  si  trovano  nelle  condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del’ testo unico delle imposte sui redditi,
  • le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il  pagamento delle utenze domestiche  del  servizio idrico integrato, e dell’energia elettrica e  del  gas  naturale.

Prima di erogare tali emolumenti i datori devono dare informativa alle rappresentanze sindacali unitarie laddove presenti. 

Da parte loro i lavoratori devono richiedere il nuovo beneficio fornendo ai datori di lavoro che il codice fiscale di ciascun figlio.

I datori di lavoro dovranno verificare per ciascun dipendente quanto già avuto in welfare aziendale nell’anno di imposta.

Sono considerati familiari fiscalmente a carico i membri della famiglia che possiedono un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili.