Assegno Unico: cosa prevedeva la Manovra 2023 e previsione 2024

La Legge 29 dicembre 2022 numero 197 (Manovra 2023), grazie all’articolo 1, commi 357 e 358, ha introdotto una serie di modifiche all’impianto dell’Assegno unico e universale, in particolar modo per quanto riguarda gli importi spettanti ai soggetti beneficiari.

Nella Legge di Bilancio 2024 si punta a potenziare le agevolazioni volte a favorire la natalità. In arrivo un pacchetto secondo figlio: il Governo è al lavoro per la messa a punto di un pacchetto famiglia da inserire in Legge di Bilancio, con l’obiettivo di favorire la natalità.

Il sostegno alla famiglia e alla genitorialità è uno dei punti centrali del disegno di legge di bilancio.

Mettendo a disposizione risorse fino a 3 miliardi di euro, il Governo sembra così intenzionato a rafforzare l’assegno unico figli, dando maggiori aiuti alle famiglie con più figli.

L’assegno in questi casi potrebbe prevedere un extra fino a 87,5 euro.

Figli di età inferiore a un anno
Nel modificare l’articolo 4, comma 1, Decreto legislativo 29 dicembre 2021 numero 230, la Manovra ha previsto, dal 1° gennaio 2023, un incremento del 50% dell’Assegno unico per ciascun figlio di età inferiore a un anno. La maggiorazione in parola spetta fino al compimento del primo anno di vita del bambino.

Nuclei familiari numerosi
Altra novità è il riconoscimento della maggiorazione del 50% dell’AUU per i nuclei con tre o più figli, limitatamente ai figli di età compresa tra uno e tre anni. In tal caso l’aumento spetta, sempre a partire dallo scorso 1° gennaio, solo per livelli di ISEE fino a 43.240,00 euro (soglia rivalutata per l’anno corrente).
Da ultimo, per i nuclei con almeno quattro figli, la maggiorazione mensile pari a 100 euro, disciplinata dall’articolo 4, comma 10, D.Lgs. numero 230/2021, viene incrementata del 50% e, di conseguenza, passa a 150 euro mensili.

Simulatore Inps
Per comprendere, in termini economici, la portata delle modifiche introdotte dalla Manovra 2023 è disponibile sul portale Inps la piattaforma che simula l’importo mensile dell’AUU. Il servizio, accessibile senza le credenziali SPID, CIE o CNS, è raggiungibile al seguente percorso: “inps.it – Tutti i servizi – Simulazione Importo Assegno Unico”.

Assegno Unico 2024: detrazioni per figli a carico

L’introduzione dell’Assegno unico dal 1° marzo 2022 ha comportato il riordino delle misure economiche di sostegno alle famiglie con figli. In particolare, per quanto riguarda le detrazioni fiscali per figli a carico, si è previsto il riconoscimento delle stesse, a partire dal 1° marzo 2022, per ciascun figlio, compresi i figli naturali riconosciuti, i figli adottivi o affidati, di età pari o superiore a ventuno anni.
Età, quest’ultima, non casuale, posto che proprio a partire dai ventuno anni cessa di essere riconosciuto l’Assegno unico.

La normativa in vigore prevede il riconoscimento dell’Assegno unico:

  • Per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, a partire dal settimo mese di gravidanza;
  • Per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei ventuno anni di età;
  • Per ciascun figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

Con riguardo ai figli maggiorenni, la fruizione dell’Assegno sino ai ventuno anni è garantita al ricorrere di almeno una delle seguenti condizioni:

  • Frequenza di un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
  • Svolgimento di un tirocinio ovvero un’attività lavorativa, con reddito complessivo inferiore a 8 mila euro annui;
  • Registrazione come soggetto disoccupato ed in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • Svolgimento del servizio civile universale.

Un’altra ipotesi è quella di “abolire la soglia anagrafica dei 21 anni per i figli che rimangono a carico” con riguardo, tuttavia, ai “nuclei familiari con i redditi più bassi”. Eliminare la soglia in questione, avrebbe come obiettivo “aiutare le famiglie più in difficoltà a far fronte alle spese di mantenimento dei figli, in particolare quelle universitarie”.

A CHI SPETTA L’ASSEGNO UNICO (AUU)

L’assegno unico,  spetta a tutte le famiglie che hanno figli a carico a partire dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni, in presenza di specifici requisiti, e senza limiti di età in caso di figli disabili.

Dal 1° gennaio l’importo spettante per il primo figlio è maggiorato del 50 per cento rispetto alla misura ordinaria, fino al compimento del primo anno di età. Per le famiglie con tre o più figli e in caso di ISEE fino a 40.000 euro, la maggiorazione spetta fino al compimento dei tre anni. Ulteriori incrementi sono previsti per le famiglie con quattro o più figli a carico, nei confronti delle quali è riconosciuta una maggiorazione forfettaria da 100 a 150 euro mensili.

Queste le misure agevolative pensate dalla prima Manovra del Governo Meloni, che potrebbero essere ulteriormente riviste dalla prossima Legge di Bilancio 2024.

A parlarne è stata la Ministra Roccella, che nel corso del Talk Molto Donna organizzato da “Il Messaggero” il 28 settembre ha reso noto che sta lavorando ad “pacchetto secondo figlio”.

Tra le novità volte ad incentivare le famiglie rientra quindi anche la previsione di un importo dell’assegno unico più alto a partire dal secondo figlio in poi. Ancora da definire i valori degli incrementi, mentre non dovrebbero esservi ostacoli sulle risorse, considerando che la spesa relativa all’assegno unico per l’anno in corso è stata inferiore rispetto a quanto preventivato.

LEGGE DI BILANCIO 2024 PER LE FAMIGLIE

L’assegno unico però non è certo sufficiente per agevolare le famiglie e lo sguardo del Governo dovrebbe essere indirizzato non solo agli incentivi economici ma a tutto il sistema di welfare a sostegno della genitorialità.

C’è il tema del lavoro femminile, 

che si intreccia a quello della conciliazione vita-lavoro che vede al centro anche le problematiche relative ai posti negli asili nido e agli orari degli stessi, che spesso mal si conciliano con le esigenze lavorative delle neo mamme.

 in Legge di Bilancio 2024 si guarderà anche al mondo del lavoro, per rispettare:

“la libertà delle donne e dei genitori di poter avere quanti figli credono, senza doversi fermare al primo per difficoltà economiche o organizzative”.

Nel cantiere delle novità in arrivo trovano quindi spazio anche misure che guardano al lavoro femminile, con incentivi riconosciuti alle imprese.

 Si vuole incentivare le assunzioni di donne, accanto al potenziamento delle misure di welfare a sostegno della genitorialità.

L’agevolazione, stando alle prime anticipazioni, potrebbe consistere in uno sconto sull’aliquota IRES applicata, ridotta dal 24 al 15 per cento, scaglione che  si applicherebbe anche alle imprese che effettuano nuove assunzioni di madri.

MISURE ECONOMICHE PER LE FAMIGLIE NELLA MANOVRA 2024: BONUS ASILO, DECONTRIBUZIONE MAMME, FRINGE BENEFIT

  • BONUS ASILO Viene rafforzato l’importo del bonus asilo, che però non sarà gratis per il secondo figlio. Il contributo annuale salirà a 3600 euro dal secondo figlio in su, se nella famiglia c’è un altro figlio sotto i 6 anni. Oggi il bonus è di 2500 euro annui con Isee tra 25mila e 40mila e si arriva a 3mila euro con Isee sotto i 25mila.
  • FRINGE BENEFIT Detassazione dei fringe benefit fino a 2mila euro annui per i lavoratori con figli a carico. Ogni lavoratore ne può usufruire, quindi entrambi i genitori nella famiglia.
  • DECONTRIBUZIONE PER LE MAMME DAL SECONDO FIGLIO Le donne con due o più figli non pagheranno i contributi a carico dei lavoratori. Li pagherà lo Stato. La quota che spetta al lavoratore è circa un terzo del dovuto.  L’annullamento del pagamento dovrebbe essere fino ai 10 anni del secondo figlio, fino ai 18 anni del terzo. 
  • UN MESE IN PIU’ DI CONGEDO PARENTALE RETRIBUITO AL 60% Viene aggiunto un ulteriore mese di congedo parentale retribuito al 60%, utilizzabile da mamma o papà entro i 6 anni del bambino. Restano confermati gli altri mesi con indennità al 30% e l’indennità all’80% prevista dalla legge bilancio 2023 per un mese di congedo parentale entro il sesto anno.
  • MAXI DEDUZIONE PER CHI ASSUME MAMME Super deduzione al 130% per chi assume a tempo indeterminato mamme, under 30, persone con invalidità e ex percettori del reddito di cittadinanza

Come compilare i dati relativi a coniuge e figli a carico in CU

In primis, l’Agenzia delle entrate evidenzia come la compilazione del prospetto risponde alla necessità di  determinazione delle addizionali regionali all’Irpef con riferimento alle Regioni che prevedono particolari agevolazioni correlate al carico fiscale e anche per l’applicazione di specifiche disposizioni in tema di “welfare aziendale”(sarebbe più corretto parlare di fringe benefit).

Sul welfare aziendale, in particolare, con l’art.40 del DL 48/2023, per i titolari di redditi da lavoro dipendente (o redditi ad esso assimilati), il limite entro il quale i fringe benefits non sono soggetto a imposizione fiscale e contributiva è stato innalzato da 258,23 euro a 3.000 euro. Le novità in parola si applicano solo ai dipendenti con figli a carico.

A tal fine il lavoratore comunica i codici fiscali dei figli al sostituto, che provvederà a riportare tali dati nel prospetto dei familiari a carico, anche se per i familiari non si è usufruito delle detrazioni per carichi di famiglia.

Inoltre, un prospetto dei familiari a carico completo, nel quale risultino riportati anche i codici fiscali dei figli per i quali il contribuente fruisce dell’Assegno unico sono necessarie al Fisco, per attribuire, nella dichiarazione dei redditi precompilata, le spese sostenute per i figli comunicate dai soggetti terzi – permettendo quindi al contribuente di accettare la dichiarazione proposta e beneficiare delle conseguenti agevolazioni sui controlli.

Un’altra proposta è, per esempio, il cosiddetto “bonus secondo figlio” o il “reddito di infanzia”. Mentre il confronto su tutti i bonus figli attivi nel 2023 è ancora aperto. Si dovrà decidere, nello specifico, quali confermare e quali invece no.

Questa spinta nella promozione di incentivi a favore della famiglie arriva come risposta all’ultimo report ISTAT che ha mostrato uno scenario allarmante relativamente al basso tasso di natalità in Italia. In sostanza, la natalità è ai minimi storici, con meno di 400.000 nascite, per questo si sta pensando a delle misure che potrebbero incentivarla.

Rispetto a questi dati, si è palesata la necessità di invertire la rotta della denatalità per salvare l’economia italiana, la popolazione e l’intero sistema previdenziale.

Bisognerà però attendere l’approvazione della Legge di Bilancio 2024, entro il 31 dicembre 2023, per avere certezze su come cambierà l’AUU dal prossimo anno.