In questo articolo vedremo quali sono le previsioni nella Legge di Bilancio 2025 che conterrà diversi interventi a tema pensioni. Innanzitutto bisogna dire che con il decreto fiscale è stata rifinanziata l’Ape sociale per il 2025 e fino al 2028; questa misura, erogata dall’INPS, permette a disoccupati, caregiver, invalidi civili e lavoratori in settori usuranti di ritirarsi dal lavoro prima dell’età pensionabile ordinaria.
Il rifinanziamento dell’Ape Sociale è stato inserito nel Decreto Fiscale collegato alla Manovra 2025 (D.L. n. 155/2024), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri. Confermate, oltre all’Ape sociale, anche Quota 103 e Opzione donna con delle restrizioni in più e un probabile allungamento della finestra di accesso alla pensione anticipata ordinaria. Quota 103 consente l’uscita anticipata dal lavoro con 62 anni di età e 41 anni di contributi, mentre Opzione Donna permette alle donne di andare in pensione con 61 anni (età ridotta di un anno per ogni figlio con limite massimo di 2 anni) e 35 anni di contributi.
Un’altra misura che viene inserita nella manovra di fine anno è quella che incentiva i lavoratori a rimanere in servizio più a lungo, prevedendo l’introduzione di premi per chi rinuncia all’uscita anticipata; infatti chi aspetta anche dopo aver maturato i requisiti per la pensione anticipata, potrà versare meno contributi e di conseguenza ricevere un aumento di stipendio. Si è parlato anche di una possibile cancellazione del collocamento a riposo d’ufficio obbligatorio per i dipendenti pubblici, lasciando al singolo la scelta se rimanere in servizio o aderire alla pensione; infatti viene prevista la possibilità per i dipendenti pubblici di restare al lavoro, d’intesa con l’amministrazione di appartenenza, oltre l’attuale limite di pensionamento anche fino a 70 anni.
Il testo del disegno di legge, in effetti, prevede che le amministrazioni pubbliche possano “trattenere in servizio, previa disponibilità dell’interessato, nei limiti del dieci per cento delle facoltà assunzionali autorizzate a legislazione vigente, il personale dipendente, ivi incluso quello di cui all’articolo 3 del decreto legislativo n. 165 del 2001, con esclusione del personale delle magistrature e degli avvocati e procuratori dello Stato, di cui ritengono necessario continuare ad avvalersi”. La disposizione si applica anche allo svolgimento di attività di tutoraggio e affiancamento ai neoassunti, o per esigenze funzionali non diversamente assolvibili. Il personale selezionato dalle amministrazioni, sulla base delle esigenze organizzative e del merito, non potrà comunque permanere in servizio oltre il settantesimo anno di età.
Confermato per il 2025 anche l’incremento straordinario del 2,7%, oltre l’inflazione, per le pensioni minime che dovrebbe raggiungere l’importo mensile di 621 euro circa. Per i pensionati all’estero viene esclusa la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge n. 448 del 1998, per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori al trattamento minimo INPS; in effetti dal prossimo anno scatta la stretta sull’indicizzazione per cui nel 2025 gli assegni non vedranno un aumento per effetto della rivalutazione sull’inflazione, ad eccezione dei trattamenti minimi.
Si rafforza infine una agevolazione per le madri con 4 figli per le quali l’età di accesso alla pensione sarà abbassata di 16 mesi, invece che dei 12 attuali. L’abbassamento della soglia anagrafica è riservato a coloro che hanno iniziato l’attività dal 1996 e che ricadono per intero nel sistema contributivo.